domenica 13 ottobre 2013

Il trionfo di Beatrice

"Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare."

(vv.1-4)

Inizia così il sonetto contenuto del capito XXVI della Vita Nova,opera composta da Dante intorno al 1292-1293. Il prosimetro contiene 31 liriche( 25 sonetti,1 ballada, 5 canzoni). 

(Ezio Anichini,Beatrice e Dante)
" In quella parte del libro della mia memoria dinanzi alla quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice Incipit Vita Nova. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d'asemplare in questo libello, e se non tutte, almeno la loro sentenzia. "
(Vita Nova)


Ma a chi si riferisce quando scrive "la donna mia quand'ella altrui saluta" ?
Si riferisce a Beatrice, che la tradizione identifica con Beatrice Portinari,detta Bice. 

"Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare. "

(vv.5-8)


L'intera Vita Nova è dedicata a Beatrice, e alla loro storia d'amore. Un amore che inizia con l'incontro tra i due,quando Beatrice aveva solamente nove anni.Andata in sposa  al banchiere Simone Dei Bardi nel 1287, si pensa che sia morta giovanissima,a soli ventiquattro anni. 

(John William Waterhouse, L'incontro di Dante  con Beatrice,1915)

L'amore e il dolore per la perdita,vengono raccolti da Dante in questa magnifica opera. Il trionfo di Beatrice coincide con il trionfo dell'amore. Un amore capace di rendere nobile l'animo. 

Il trionfo della bellezza,estetica e d'animo. 

La visione della donna angelicata, infatti, è in grado di introdurre nell'animo umano il sentimento amoroso che diventa un tutt'uno,come già detto, con la nobiltà. Come nasce questo amore,alto e puro?Notiamo il v.10 

"Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender non la può chi no la prova; "
(vv.9-11)

..nasce dagli occhi,dalla vista,e arriva dentro il cuore di chi la sta osservano. Gli occhi sono quindi lo strumento che funge da tramite all'amore. 
Una donna angelica scesa in terra a mostrare il miracolo(v.8),a mostrare la potenza divina dell'amore. Un amore capace di rendere l'animo nobile. L'animo di chi la vede diventa nobile.
L'atmosfera che si riesce ad immaginare è magica,offuscata. Tutto intorno è offuscato,ma non lei. La donna che incarna l'amore puro,alto,nobile.

"e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira."
(vv.12-14)

Si mostra così bella a chi la guarda, che tramite gli occhi trasmette una dolcezza al cuore che chi non la prova non può capire e sembra che dal suo volto provenga un soave spirito d’amore che dice all’anima: Sospira.

 Henry Holiday,l'incontro immaginario fra Dante e Beatrice(con il vestito bianco),Sul ponte Santa Trinità in Firenze,1883
Così si conclude il sonetto. Questo è il trionfo di Beatrice,della donna angelicata. 




2 commenti:

  1. Ed è un trionfo che dura per sempre. Potenza dell'amore e dello spirito che vi crede profondamente.
    Io non amo molto la figura della donna angelicata (per carattere, viro verso cose più terra-terra), ma leggendo il post, mi viene da pensare che può essere uno stimolo potentissimo perché l'animo dell'uomo che la ammiri si elevi e venga spinto a migliorarsi continuamente.

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    1. Si in questo caso la donna angelicata non è altro che uno strumento capace di elevare lo spirito dell'uomo,di renderlo nobile appunto. Grazie mille per il tuo commento !!!! ;) -Cla-

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