lunedì 11 novembre 2013

"È dentro noi un fanciullino [...]". Pascoli.

" E' dentro di noi un fanciullino che non solo ha brividi[...]ma lagrime ancora e tripudi suoi"




Tutti noi ricordiamo il grande Pascoli per la poetica del Fanciullino. In questa sede,oggi,proviamo a delineare i tratti più importanti di questo grande autore e della sua opera, "Il Fanciullino",un testo diviso in 20 piccoli capitoli. 
Pascoli, nella sua opera "Il Fanciullino",di cui i primi capitoli vennero pubblicati inizialmente nel 1897 sulla rivista culturale del Novecento, "il Marzocco",ci spiega cosa sia la poesia. Il fanciullino non è altro che una metafora per spiegare cosa sia in realtà la poesia. 
Il fanciullino,presente in ognuno di noi,è una voce nascosta che si pone in contatto con il mondo attraverso l'immaginazione e la sensibilità. Proprio come i bambini . In tal modo,si scoprono aspetti del mondo che non saremmo in grado di cogliere con la ragione, che "sfuggono ai nostri sensi".
Nel fanciullino confluiscono il valore conoscitivo,il linguaggio e la moralità della poesia. Vediamo in che modo.
-La funzione conoscitiva : la realtà si rivela nella sua essenza più profonda solo all'intuizione. Resta quindi inafferrabile all'indagine razionale,scientifica,e filosofica;
-Un linguaggio che scopre il mondo come se "tutto fosse per la prima volta". Stupore,meraviglia,il piacere della scoperta.
-il messaggio sociale "contenuto" nella poesia. Proprio perchè si esprime attraverso una voce interna,presente in ognuno di noi,e quindi comune a tutti gli uomini,invita alla comprensione reciproca e alla pacificazione. Una voce ,quella del fanciullino,che unisce tutti gli uomini.


« Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro Giosuè Carducci, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra [...] »
(G. Pascoli - da Il fanciullino)


Il poeta,con l'animo del fanciullino,non si ferma alla realtà fenomenica,ma ne scopre la sua verità più intima a cui può arrivare solo con la sensibilità e il candore,lo stupore,di un fanciullino. Ma ovviamente il poeta deve saper combinare il talento del fanciullo( saper vedere) con il talento della vecchiaia (saper dire). 
Il fanciullino riempie ogni oggetto della propria immaginazione e dei propri ricordi,trasformandolo in simbolo
Meraviglia,stupore,immaginazione,sensibilità : solo così,con l'animo del fanciullino,possiamo arrivare a scoprire la vera essenza della realtà. Solo così il poeta può definirsi veramente tale. La poesia è tale,solo quando riesce a parlare con la voce del fanciullino.

Ho trovato sempre interessante la poetica del fanciullino. Spesso mi capita di dire " i bambini sono poeti". Pensate ad un bambino che per la prima volta prende in mano e osserva una penna: se la guarda,se la studia,sorride perchè magari toglie il tappo. Sorride e rimane meravigliato non appena vede che quella penna scrive su un pezzo di carta. Quella è poesia. Una semplice penna,è riuscita a suscitare emozioni nell'animo di un bambino. Ecco,se noi riuscissimo a stupirci di ogni cosa,come se fosse la prima volta..forse,potremmo vedere la vita e l'esistenza sotto un altro aspetto. Un approccio diverso. Dovremmo saper vedere come un bambino,e saper dire come un anziano. 





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