venerdì 13 dicembre 2013

Letteratura inglese #1

Buona sera lettoriii! Finalmente anche io (Giovanna) inizio a scrivere nel blog! :D
Scusate il luuungo ritardo, ma purtroppo è un periodaccio e a volte sto pochissimo tempo al pc T_T
Ma prometto che cercherò di essere più costante, anche perchè ci tengo molto a questo spazio creato con Claudia ^^
Comunque, questo è il primo appuntamento della rubrica dedicata alla letteratura inglese.


LETTERATURA INGLESE

Un sono nome: Shakespeare. Colui che mi ha avvicinato a questo mondo anglosassone, colui che mi ha fatto scoprire ed amare la letteratura inglese. Grazie al grande amore che nutro per il più famoso drammaturgo della storia, ho conosciuto altri grandi autori: Keats, Milton, Wilde, Coleridge e molti altri. E non dimentichiamoci della Austen e delle sorelle Brontë. In questa rubrica a cadenza causale vi parlerà di quest'affascinante letteratura, dei suoi autori e delle loro opere.

In questo primo appuntamento vi parlerò dell'Inghilterra vittoriana , della letteratura coloniale e dei suoi due più grandi esponenti (Un'altra delle mie grandi passioni è la storia, quindi capiterà che collegherò letteratura e storia :P )
L'età vittoriana (1837-1901), oltre a rappresentare un'epoca di importanti riforme sociali (leggi per i poveri, legge dei sindacati etc) e di crescita economica, vede una gran espansione coloniale. L'impero britannico si espande dall'Asia al Centro-America all'Oceania. Nel 1876 la regina Vittoria fu incoronata anche regina d'India. 
In questo periodo la letteratura inglese risente molto del colonialismo, e molti autori ambientano le proprie opere nelle colonie inglesi. L'imperialismo, tema che prevale soprattutto nella letteratura per ragazzi, viene presentato come un qualcosa di grandioso e il colonizzatore viene visto come un eroe che "aiuta" le popolazioni native. Perché aiuta? Perché il nativo veniva visto come un "uomo primitivo non civilizzato", e quindi per gli inglesi colonizzare non era un semplice diritto, ma un vero e proprio dovere con il fine di portare la civilizzazione. Da qui nasce l'idea che la razza anglosassone sia superiore e che la loro sia una missione spirituale. Il poeta portatore di questa teoria è Rudyard Kipling, autore della poesia The White Man's Burden (1899). C'è da dire che Kipling era influenzato dalla teoria di Darwin secondo la quale era una necessità che una razza prevalesse sull'altra e che in determinate circostante sopravviveva la razza più adatta. 
Joseph Conrad, contemporaneo di Kipling, propone una differente visione nel suo romanzo Heart of Darkness (1902). Conrad, che ha vissuto in prima persona l'esperienza del colonialismo, denuncia la crudeltà degli inglesi nei confronti dei paesi colonizzati attraverso il suo personaggio Marlow. La sua è una lotta contro la visione che quella dell'Inghilterra è una missione per portare la civiltà. Bellissimo è il ribaltamento che fa delle connotazioni del bianco e del nero: il bianco viene associato alla crudeltà, alla violenza, all'indifferenza... a tutti gli aspetti negativi del colonialismo; il nero invece è il colore della giungla e della sua gente, della purezza e della primitività.


E voi appassionati di letteratura, avete letto Heart of Darkness o The White Man's Burden? La poesia è molto bella e merita di essere letta, Heart of Darkness invece non ho ancora avuto modo di leggerlo! :D

1 commento:

  1. Intanto vi ringrazio per avermi aggiunta su Google+, quindi commento sull'opera di Conrad che ho letto proprio quest'estate in lingua originale. Trovo la scrittura di Conrad assolutamente magistrale sia dal punto di vista stilistico che 'atmosferico'; ho adorato la follia di Marlow nel non riuscire, ad un certo punto, a capire quale veramente sia la ragione della propria ossessione nei confronti di Kurtz così come gli scenari silenziosi, inquieti ed inquietanti che egli attraversa per potere conoscerlo.
    E poi c'è quel 'The horror...' che può avere talmente tante sfaccettature di senso che riesce a racchiudere il mistero vero e proprio di questo romanzo, di questa storia.
    Un'opera che consiglio di leggere, insomma! :)

    Un saluto!
    AHV

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