venerdì 18 aprile 2014

Letteratura ispanoamericana #2

Buon giorno a tutti appassionati di letteratura! 

Eccoci con il secondo appuntamento di questa rubrica.

LETTERATURA ISPANOAMERICANA

Una grande passione scoperta un paio di anni fa, la letteratura ispano-americana mi ha affascinata sin da subito. Borges, Marquez, Neruda, Carpentier sono solo alcuni degli autori che rappresentano la letteratura del nuovo mondo. 
In questo rubrica a cadenza causale vi parlerò della letteratura in generale o approfondirò per voi un'opera più o meno famosa di un autore.  

Ieri sera ho avuto una bruttissima notizia...Uno dei miei autori preferiti, Gabriel García Márquez, purtroppo ci ha lasciati. 

L'ho conosciuto dopo aver letto una sua raccolta di racconti per un esame di spagnolo, Dodici racconti raminghi, e mi ha talmente tanto impressionata con il suo stile e le sue storie che ho deciso di cambiare l'esame di letteratura spagnola con quello di letteratura ispanoamericana. Da lì è nato poi il mio amore per quella letteratura del Sud America, di cui non avevo mai letto nulla, e per quest'autore.
Ho letto poi altre sue opere, tra cui Cent'anni di solitudine e Dell'amore e di altri demoni
Il premio nobel alla letteratura ci ha lasciati all'età di 87 anni e, proprio per questo, ho deciso di dedicargli un post. Non vi annoierò scrivendovi tutta la sua vita o la sua bibliografia, a quello ci pensa Wikipedia. Sarà un post in cui parlerò di alcuni suoi romanzi accompagnati dall'incipit e da alcune citazioni.

venerdì 28 marzo 2014

Homme libre,toujours tu chériras la mer!





Nello scorso numero di Eclettica, vi ho riportato alcuni esempi di autori che hanno utilizzato il mare come sfondo per le loro opere,o addirittura come protagonista. Uomo-mare,questo binomio indissolubile. Uomo e mare sono strettamente legati. A volte il mare rispecchia il nostro animo,o è lo sfondo ideale delle nostre avventure.

Baudelaire, poeta e scrittore parigino nato nel 1821,inserisce nella sua raccolta "Les Fleurs du Mal ",la poesia numero XIV intitolata "L'homme et la mer",l'uomo e il mare. Quattro strofe di puro sentimento,di pura poesia. 
Già il primo verso, "A te,uomo libero,sempre sarà caro il mare" sintetizza il sentimento che lega l'uomo al mare. Nell'infinità del mare,l'uomo contempla la sua anima. Uno specchio, "miror" (v.2). Il mare è lo specchio dell'anima. Lo specchio non fa altro che riflettere la nostra immagine,come ben sappiamo,ed infatti,contemplando il mare,contempliamo noi stessi: ci tuffiamo nella nostra stessa immagine.
Nella prima strofa abbiamo quindi una presentazione del rapporto tra uomo-mare: guardare il mare è come guardare se stessi. Nella seconda strofa,il rapporto si evolve e notiamo la costante presenza del TU,come se si fosse giunti ad un rapporto più confidenziale rispetto alla prima strofa. Come a voler sottolineare il rapporto ancora più intimo,rispetto ai primi versi, tra uomo e mare:

"A te piace tuffarti nella tua stessa immagine;
l'abbracci con gli occhi e con le braccia e 
a volte,ascoltando il suo pianto irrefrenabile e selvaggio,
il tuo cuore dimentica il proprio tumulto."
(vv.5-8)
Ma è la terza quartina,la più interessante. Uomo e mare vengono messi sullo stesso piano gnoseologico : entrambi,uomo e mare,sono oscuri e discreti. Mai nessuno conoscerà l'anima più profonda dell'uomo,come mai nessuno conoscerà gli abissi del mare  e le sue intime ricchezze che, gelosamente,nasconde. Scrive il poeta:
"Gelosi custodi dei vostri segreti come siete!" 

Nelle prime due quartine,troviamo la somiglianza tra uomo e mare;nella terza,vengono messi sullo stesso piano,e nella quarta invece compare il sentimento dell'antagonismo,con chiari riferimenti alla guerra,al rimorso,alla pietà. 
Uomo e mare che si fanno la guerra,nonostante le somiglianze.Ma la poesia si conclude con un'esclamazione:

"a voi eternamente in lotta,implacabili fratelli!"

L'ultima quartina può sembrare ambigua. Per ben 12 versi uomo e mare sono stati la medesima anima,e invece nell'ultima strofa un cambiamento. Può sembrare assurdo,e risultare incomprensibile ma bisogna anche analizzare la poesia complessivamente: si nota,infatti,che la poesia si nutre di un'ambiguità dialettica. Ambiguità che si ricollega al rapporto di amore e odio tra l'uomo e il mare, e quindi tra uomo e natura e ,ancora,al rapporto conflittuale tra poeta e pubblico,elemento costantemente presente nelle opere dello scritto parigino. 
Personalmente,oltre a considerare questa poesia una delle più belle in assoluto di Baudelaire,ritengo che sia l'esatta spiegazione del rapporto tra uomo e mare. Il mare non è altro che la nostra anima,infinita,segreta,piena di tormenti che ,in fondo,non sono altro che le onde che,con violenza,si scagliano contro le rocce. Il mare,questo enorme bacino d'acqua,così profondo,così infinito,così ricco di correnti. Secondo la mia personalissima interpretazione,il mare,come la nostra anima,ha un lato oscuro: il lato della tempesta,della natura violenta che si scaglia contro chiunque. Il lato oscuro della natura,tanto bella quanto pericolosa. Però,anche noi in fondo abbiamo un lato oscuro no? 

(Tratto da n*3 di Eclettica clicca qui per leggere Eclettica ) 

sabato 8 febbraio 2014

Scuola & letteratura


Ci tenevo a riprendere questa discussione già accennata sulla nostra pagina facebook.
E' importante capire come si studia la letteratura,e in che cosa si sbaglia dato che è una delle materie più trascurate nei licei. Forse,ancora si salva l'insegnamento della letteratura nei licei classici,ma nelle altre scuole superiori?
Come vi ho già scritto su facebook,sono rimasta scioccata nel vedere gli appunti(oltre che i testi scolastici) di mio fratello,che studia al liceo scientifico. Il Romanticismo ridotto a poche righe,quando ci sarebbe molto da dire,e forse è un argomento mai chiuso e in continuo sviluppo.
Tra gli adolescenti,la letteratura si riduce a "quel pessimista e gobbo di Leopardi","quella pallosa Divina Commedia,che è facile da studiare per le note di parafrasi riportate sui testi","Manzoni,quello che non sapeva  che fare e ha scritto su due che non riuscivano a sposarsi","D'Annunzio,quello fascista" insomma,ce ne sono tante altre di associazioni simili che non vi sto qui ad elencare.
Più volte mi sono chiesta di chi sia la colpa,se c'è una colpa. Tralasciando lo stato pietoso in cui versa l'istruzione nel nostro Paese (è fresca la notizia dell'eliminazione della materia Storia dell'Arte..noi che l'arte l'abbiamo fatta),vorrei soffermarmi ancora una volta sul rapporto alunno-insegnante. Spesso è colpa dei ragazzi,poco stimolati,poco interessati. A volte è colpa dell'insegnante,che non trasmette la passione e l'interesse ai suoi alunni. 
Vorrei ricordare il motto latino "ludendo docere",ovvero insegnare divertendo,stimolando la fantasia e la curiosità dei ragazzi. Stimolare e rendere partecipe l'alunno,solo così allora insegnare avrà davvero un senso. 
Secondo voi,in cosa si sbaglia??? 
E' un peccato,perchè molti ragazzi non sanno cosa si perdono. Ridurre la letteratura a concetti e date,è davvero triste. A volte insegna più una poesia,un verso,che la vita stessa. 
Aspetto i vostri commenti! 

venerdì 31 gennaio 2014

Letteratura Ispanoamericana #1

Buon pomeriggio appassionati di letteratura!!!

Eccomi qua con il primo post dedicato a una delle mie letterature preferite, quella ispano americana ^^

LETTERATURA ISPANOAMERICANA

Una grande passione scoperta un paio di anni fa, la letteratura ispano-americana mi ha affascinata sin da subito. Borges, Marquez, Neruda, Carpentier sono solo alcuni degli autori che rappresentano la letteratura del nuovo mondo. 
In questo rubrica a cadenza causale vi parlerò della letteratura in generale o approfondirò per voi un'opera più o meno famosa di un autore.  


Per il primo appuntamento di questa rubrica, voglio parlarvi di uno dei miei libri preferiti, "Dell'amore e di altri demoni [Del amor y de otros demonios]", scritto da García Márquez. L'ho studiato e approfondito per un esame e... leggetelo e non ve ne pentirete.

Ecco la quarta di copertina:
Da un'antica tomba nel convento delle clarisse di Cartagena emerge una lunghissima chioma rossa. Dal singolare evento, cui il giovane Garcia Màrquez, allora cronista alle prime armi, si trovò ad assistere, scaturisce questo affascinante racconto pubblicato nel 1994, con il quale Gabo torna alle atmosfere di "Cent'anni di solitudine" e ai temi dell'"Amore ai tempi del colera", la passione erotica che diventa malattia, metafora della letteratura e della vita. Al centro della vicenda, ambientata in una Cartagena de Indias perduta in un vago e oscuro passato coloniale, sospeso tra il possibile e il misterioso, c'è la passione innaturale e distruttiva che vede protagonisti una bellissima bambina morsa da un cane rabbioso, un medico negromante e un giovane esorcista posseduto dal mal d'amore. Costruito con la logica di Calderón de la Barca e l'ironia di Cervantes, "Dell'amore e di altri demoni" vive di una prosa insolitamente scarna ed essenziale. Una scrittura decantata e limpida che dà vita a pagine di struggente poesia e di emozionato pudore con cui Gabriel Garcia Márquez riesce ad avvincere il lettore, trascinandolo in un enigmatico universo capace di travolgere i sensi e i sentimenti.

Tutto il romanzo rappresenta una serie di conflitti e già lo si può notare dal titolo, nel quale vengono accostati i demoni con l'amore. Il tema principale è proprio l'amore, ed è di questo tema che voglio parlarvi, collegandomi ad un'opera molto famosa nel mondo classico, il "Simposio" di Platone.
Come già detto, il tema amoroso si trova già nel titolo, che ricorda molto il titolo di un trattato. Da qui quindi possiamo già capire che questo romanzo non è altro che una vera e propria riflessione sull'amore, che ci viene presentato in diverse forme. Troviamo la storia amorosa tra Sierva Maria e Cayetano; l'amore che il marchese proverà verso la propria figlia; l'amore carnale, passionale, tra la madre di Sierva Maria e uno schiavo; l'amore consigliato come medicina, come unica cura per la felicità. 

Ora vi starete chiedendo... cosa c'entra il Simposio? Nel dialogo platonico, Socrate parla dell'amore come demone, che in greco significa mediatore, colui che mette in relazione un modo reale con un modo extra naturale. Quindi, rifacendoci a questo significato, l'idea sarebbe che il libro racchiude in sé, oltre all'amore, anche alcuni demoni, ossia mediatori, tra cui, per esempio, la scrittura. E di quest'ultima possiamo trovare indizi nel romanzo: Sierva Maria è bianca di pelle ma nera nell'animo (il nero si è sovrapposto sul bianco), così come la scrittura, nella quale il nero si poggia su pagine bianche. 
L'amore stesso però è un mediatore: lo è verso la felicità, in quanto il medico Abrenuncio consiglia al marchese la cura della felicità per la piccola Sierva Maria, ovvero deve cercare di stabilire con la figlia quel rapporto d'affetto che non ha mai avuto. 

Può essere considerato il romanzo dell'amore, di tutte le diverse facce dell'amore. 

venerdì 24 gennaio 2014

"Amor condusse noi ad una morte"

"Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense."

Tutti noi ricordiamo questi versi. Lo studio della Divina Commedia,nelle scuole,è sempre considerato noioso,quasi superfluo. Ma ecco che mi ritrovo qui,a parlarvi di questi versi che tutti noi conosciamo. Siamo nel V canto dell'Inferno,girone dei Lussuriosi

(William Dyce, Paolo e Francesca, 1845)


"Canto quinto, nel quale mostra del secondo cerchio de l’inferno, e tratta de la pena del vizio de la lussuria ne la persona di più famosi gentili uomini. "

Così Dante e Virgilio, giungono nel secondo cerchio,il più stretto ma il più doloroso. Dopo l'incontro con Minosse,il giudice infernale,Dante si trova davanti i dannati : i lussuriosi


"Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percuote.
(vv. 25-27)


Dopo aver visto Elena di Troia,Cleopatra,Didone,Paride, ecco che incontra due anime : Paolo e Francesca. L'incontro con queste due anime è uno dei punti più importanti della divina commedia, perchè è qui che Dante si rivolge per la prima volta a due dannati.


"O anime affannate, / venite a noi parlar, s'altri nol niega!"

Ecco che,dopo l'invito del sommo poeta,scendono le due anime: Paolo Malatesta e Francesca da Polenta. 
I due sono stati travolti,in vita,da una passione cieca e così forte per la quale,poi,sono stati uccisi una volta scoperti dal fratello di Paolo Malatesta,nonchè marito di Francesca. Colti in vita da un piacere così forte che ancora non li abbandona. I due,infatti,si amano come in vita.  
Dante viene colto da un malore. Come può un amore essere una condanna a morte? Come può,l'amore,portare all'inferno?? Ed è questo il tratto più bello e più emozionante. Dante viene trafitto dal dolore di queste anime,che sono all'inferno solo perchè hanno amato. 
Il sommo poeta,dubbioso,sconcertato,chiede come mai un sentimento  si sia potuto trasformare in peccato. Ecco quindi il contrasto tra il precetto religioso e morale(e quindi l'adulterio) e la pulsione amorosa.  Il  tragico contrasto tra amore e moralità . L'amore,non è peccato. Non lo è anche in caso di adulterio? Dante di fronte a queste due anime,non può far altro che provare una profonda pietas. Infatti il poeta non li descrive con termini duri,come accade per le altre anime,ma li compatisce e ciò provoca in lui un grande dolore. Hanno peccato di adulterio,ma hanno amato,si sono amati e si amano. Si condanna  più l'adulterio o la passione che ha travolto la loro razionalità?
Come voi ben sapete,mi piace sempre attualizzare i temi affrontati dai nostri grandi poeti . Secondo la morale religiosa,l'adulterio è peccato. Secondo la morale "laica",l'adulterio è meschino. Ma anche se commesso per amore? Fino a che punto possiamo giudicare l'adulterio come un comportamento disdicevole e poco rispettoso,e immorale?  
Il V canto è il canto della pietas,della compassione. Lo ricordiamo tutti come il canto di Paolo e Francesca. Non vi siete chiesti come mai? Perchè è uno dei pochi canti che ricordiamo bene? Forse perchè ci sembra così assurdo che per amore si possa giungere fino a questo punto: uccisi,e condannati all'inferno.




martedì 7 gennaio 2014

Il piacere dell'attesa



GIACOMO LEOPARDI : Un angolo tutto dedicato al grande Leopardi. Analizzerò le sue opere,la sua vita..tutto quello che c'è da sapere su un grande della letteratura italiana ed europea.  Ma cercherò,in primis,di far vivere Leopardi nella nostra quotidianità, perchè non potete immaginare quanto sia così attuale e maestro di vita. Sono un'appassionata leopardiana. So poco di lui, ma conto di conoscerlo sempre meglio anche grazie a voi.  Di volta in volta i post verranno inseriti sotto l'immagine con accanto la data della pubblicazione.



Eccoci qui con l'articolo #3 della rubrica Giacomo Leopardi. Vorrei analizzare con voi un tema  molto attuale,analizzato del nostro poeta di Recanati ne "Il Sabato del villaggio",canzone libera composta nel 1829, ma anche ne "La quiete dopo la tempesta". Entrambe,infatti,trattano del piacere inteso come l'attesa speranzosa di un avvenimento. 
Il piacere consiste nell'attesa,nella speranza che avvenga qualcosa di tanto atteso. 
Nella prima parte del "Sabato del villaggio"(vv.1-37),abbiamo la descrizione della vita quotidiana di un paesino. Protagonista di questa canzone,oltre alla natura che fa da sfondo a questo componimento,è la "donzelletta". Lei rappresenta la giovinezza spensierata,in attesa della festa ,in antitesi con la "vecchiarella" che ricorda invece i bei tempi andati(v.11). 
Il poeta,nella seconda parte della canzone,estende la riflessione sulla vanità dell'attesa,anche alla vita : la giovinezza,periodo felice e spensierato perchè si attende con ansia l'arrivo dell'età adulta,proprio come ci si prepara per il giorno di festa. Età adulta che ,ahimè, delude tutte le nostre aspettative di fanciulli speranzosi e ansisosi di crescere. L'arrivo di un qualcosa di tanto atteso è destinato a deludere le nostre aspettative,le nostre speranze;ma,durante l'attesa,siamo felici e spensierati.Una volta giunto il momento tanto atteso,tutto torna come prima:

diman tristezza e noia 
 recheran l’ore” 
(vv. 40-41) 

Quello che ci si aspetta non arriverà mai,e permarranno noia e tristezza. 
Il componimento si chiude con un'apostrofe ad un "garzoncello scherzoso" (v.43),che rappresenta il fanciullo ignaro di ciò che l'aspetta,ignaro della dura legge della realtà. Il fanciullo che non vedrà mai realizzarsi quello per cui ha tanto atteso e sperato.

"Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'…"
 (vv. 48-50)

 E' un invito al ragazzo,simbolo dell'ingenuità umana,a non desiderare di affrettare i tempi,di non correre con la vita e di godersi il presente e la giovinezza,che non tornerà mai più.Non passiamo il tempo ad aspettare un qualcosa che si rivelerà vano ed illusorio. 
Il concetto del piacere inteso come l'attesa,viene sviluppato anche nello Zibaldone(1821):

"il piacere umano si può dire ch'è sempre futuro… Io spero un piacere; e questa speranza in moltissimi casi si chiama piacere" 

Quante volte è capitato di attendere tanto un avvenimento,così tanto da rimanerne delusi all'arrivo. Il piacere sta nell'attesa,perchè quello che verrà non sarà mai come ce lo aspettavamo. Ecco quindi che viviamo in un'attesa continua,aspettiamo domani per comprare qualcosa,aspettiamo una festa,aspettiamo il compleanno. Per questo,saggiamente ,il nostro Leopardi ci dice che il piacere umano è sempre futuro. 
Cerchiamo invece di pensare al presente e di provare piacere nel presente,di non affrettare i tempi,di non desiderare qualcosa che sicuramente non accadrà,o accadrà in altro modo. 

sabato 21 dicembre 2013

Giveaway natalizio: "Vinci i classici!"

Passione Letteratura non poteva non organizzare un bel giveaway natalizio per voi!!! Un pò in ritardo eh :P

Ma c'è una buona notizia per voi, i vincitori saranno ben due! 

I premi in palio sono:
-"Il grande Gatsby" di Fitzgerald + segnalibro creato da Giovy secondo i vostri gusti
-"La storia" di Elsa Morante

I due vincitori saranno estratti a sorte. Per partecipare dovete seguire delle semplici regole e compilare il form! Avete tempo fino al 7 gennaio per partecipare ^_^

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