sabato 8 febbraio 2014

Scuola & letteratura


Ci tenevo a riprendere questa discussione già accennata sulla nostra pagina facebook.
E' importante capire come si studia la letteratura,e in che cosa si sbaglia dato che è una delle materie più trascurate nei licei. Forse,ancora si salva l'insegnamento della letteratura nei licei classici,ma nelle altre scuole superiori?
Come vi ho già scritto su facebook,sono rimasta scioccata nel vedere gli appunti(oltre che i testi scolastici) di mio fratello,che studia al liceo scientifico. Il Romanticismo ridotto a poche righe,quando ci sarebbe molto da dire,e forse è un argomento mai chiuso e in continuo sviluppo.
Tra gli adolescenti,la letteratura si riduce a "quel pessimista e gobbo di Leopardi","quella pallosa Divina Commedia,che è facile da studiare per le note di parafrasi riportate sui testi","Manzoni,quello che non sapeva  che fare e ha scritto su due che non riuscivano a sposarsi","D'Annunzio,quello fascista" insomma,ce ne sono tante altre di associazioni simili che non vi sto qui ad elencare.
Più volte mi sono chiesta di chi sia la colpa,se c'è una colpa. Tralasciando lo stato pietoso in cui versa l'istruzione nel nostro Paese (è fresca la notizia dell'eliminazione della materia Storia dell'Arte..noi che l'arte l'abbiamo fatta),vorrei soffermarmi ancora una volta sul rapporto alunno-insegnante. Spesso è colpa dei ragazzi,poco stimolati,poco interessati. A volte è colpa dell'insegnante,che non trasmette la passione e l'interesse ai suoi alunni. 
Vorrei ricordare il motto latino "ludendo docere",ovvero insegnare divertendo,stimolando la fantasia e la curiosità dei ragazzi. Stimolare e rendere partecipe l'alunno,solo così allora insegnare avrà davvero un senso. 
Secondo voi,in cosa si sbaglia??? 
E' un peccato,perchè molti ragazzi non sanno cosa si perdono. Ridurre la letteratura a concetti e date,è davvero triste. A volte insegna più una poesia,un verso,che la vita stessa. 
Aspetto i vostri commenti! 

1 commento:

  1. Sbagliare è facilissimo, perchè il problema si incontra a più livelli della questione; procederò in modo machiavelliano. O gli insegnanti uniscono la competenza alla passione o non lo fanno; se lo fanno, si possono trovare di fronte una platea in parte disposta all'apprendimento, in parte refrattaria; quella refrattaria può essere stimolabile o totalmente indifferente; se è indifferente può esserlo per indole propria o per una serie di motivazioni indotte, che fanno passare la materia (qualsiasi essa sia) per inutile e indegna di stima.
    Il panorama, dunque, è come una strada piena di bivi, e credo che solo una parte di questa dialettica lasci adito ad interventi. Un insegnante senza passione per la letteratura non riuscirà mai a farla apprezzare, ma non è detto che basti essere amanti della disciplina e buoni comunicatori per far breccia, perché, purtroppo, le materie umanistiche vengono fatte passare per perdite di tempo che non procurano nessun beneficio: il dono della critica e dell'esercizio del giudizio che esse procurano viene ormai considerato un handicap.
    In una situazione di questo tipo, i docenti dovrebbero fare il possibile e i più dotati possono davvero cambiare l'approccio degli studenti alla lettura, ma per altri alunni non c'è nulla da fare (e si tratta spesso di allievi che non nutrono interesse per alcuna disciplina); nel procedimento che ho descritto sopra, le soluzioni vanno trovate leggendolo a ritroso: prima cambiare la percezione della materia (e molto si dovrebbe fare a livello istituzionale prima di tutto), ampliare così la proporzione degli studenti interessabili e, quindi, rendere più vasto il terreno d'azione per un docente appassionato e competente.
    Mi sono dilungata parecchio, ma tengo davvero tanto a questo problema perché me lo pongo ogni giorno quando entro in classe... :)

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